La Resilienza: quando il dolore ci fortifica
” Quando soffia il vento del cambiamento alcuni costruiscono muri,
altri mulini a vento.
(Proverbio cinese)
La resilienza è un costrutto trasversale a molti ambiti, e quello psicologico è solo uno dei più recenti. Ad esempio, si parla di resilienza in ingegneria e in metallurgia, riferendosi alla capacità di un materiale di resistere agli urti senza spezzarsi; in informatica, riferendosi a un sistema che continua a funzionare, nonostante alcune anomalie e in biologia riferendosi alla capacità di un organismo di autoripararsi dopo un danno.
In psicologia, la resilienza indica la capacità delle persone di riuscire ad affrontare gli eventi stressanti o traumatici e di riorganizzare in maniera positiva la propria vita dinanzi alle difficoltà. Questa capacità di resistere alle avversità della vita, di rialzarsi e di rimettersi in movimento, è una delle risorse psicologiche che tutti possediamo, anche se in misura diversa.
La resilienza come capacità di andare avanti, nonostante le crisi, permette la costruzione, anzi la ricostruzione, di un percorso di vita.
Pur essendo la resilienza una capacità appartenente e insita nella natura umana, non tutte le persone reagiscono allo stesso modo davanti a eventi stressanti: alcuni ne escono senza conseguenze irreparabili, altri invece ne vengono sopraffatte e, in alcuni casi, sviluppano una forte psicopatologia.
Ma cosa impedisce il processo della resilienza?
La qualità della resilienza è legata alla qualità delle risorse personali di ognuno e delle relazioni prima e dopo l’evento stressante.
Infatti, la persona resiliente riesce a non farsi travolgere dagli eventi critici e stressanti dell’esistenza, ma riesce a dare un senso a quanto accade e a trovare le risorse per andare avanti.
In poche parole, riesce a trasformare l’evento negativo in fonte di apprendimento, inteso come la capacità di acquisire competenze utili per migliorare la propria qualità di vita e proseguire nel proprio percorso di crescita e realizzazione.
Gli individui resilienti trovano in se stessi, nelle relazioni umane, e nei contesti di appartenenza, quegli elementi di forza per superare le avversità, definiti fattori di protezione cioè su quegli elementi che contribuiscono a supportare la persona in difficoltà contrapposti ai fattori di rischio, che invece diminuiscono la capacità di sopportare il dolore.
Per sviluppare o potenziare la capacità resiliente di adattarsi velocemente e positivamente agli eventi critici e stressanti della vita, occorre utilizzare al meglio le proprie risorse personali, familiari e relazionali, sociali.
Essere resilienti non vuol dire non provare dolore e confusione di fronte a eventi traumatici, tragedie, minacce o lutti.
Essere resilienti non vuol dire nemmeno essere invincibili o supereroi.Concentrandosi sulle potenzialità che ogni persona ha dentro di sé e sulle risorse esterne che ha a disposizione, potrebbe innescarsi un circolo che la aiuta a superare le difficoltà.
Decidere di farsi aiutare da uno psicologo potrebbe essere la scelta giusta da prendere per coloro che si trovano ad affrontare momenti difficili.
Il sostegno offerto dal professionista è utile alla persona nel ritrovare le risorse che gli permetteranno di recuparare equilibrio e benessere e di imparare a gestire meglio le situazioni problematiche che si propongono durante il ciclo di vita.
“Le difficoltà rafforzano la mente, così come il lavoro irrobustisce il corpo.”
(Seneca)
E voi, in che modo rispondete alle difficoltà?