I disturbi d’ansia: gli attacchi di panico
Definizione
La parola panico deriva dalla mitologia greca e più precisamente dal “Dio Pan”, metà uomo e metà caprone; divinità dei boschi e della natura, dall’aspetto spaventoso e inquietante che si aggirava nelle foreste inseguendo ninfe e mettendo loro paura. Compariva all’improvviso sul cammino altrui, suscitando terrore, per poi scomparire velocemente, lasciando dietro di sè un senso di ansia e di inquietudine per la paura del suo ritorno senza sapere quando nè perchè.
Le vittime rimanevano incredule, non riuscivano a spiegare cosa fosse successo e non erano in grado di gestire l’ emozione negativa provata.
L’utilizzo di una metafora per comprendere come la comparsa di Pan, anche l’attacco di panico è inaspettato e tende a immobilizzare chi ne soffre in un acuto stato di terrore. Gli attacchi di panico potrebbero rappresentare il momento dell’attacco del Dio. La paura cresce e incrementa la sofferenza, con il crescere della sofferenza aumenta il terrore che il panico possa tornare di nuovo. Come le ninfe che fuggono terrorizzate e la loro paura non fa altro che aumentare l’eccitazione di Pan che continua a inseguirle.
Un attacco di panico consiste nella comparsa improvvisa di paura o disagio intensi che raggiunge il picco in pochi minuti, periodo durante il quale si verificano quattro o più di un elenco dei 13 sintomi fisici e cognitivi.
I sintomi che accompagnano l’attacco sono:
- Palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia.
- Sudorazione.
- Tremori fini o a grandiscosse.
- Dispnea o sensazione di soffocamento
- Sensazione di asfissia.
- Dolore o fastidio al petto.
- Nausea o disturbi addominali.
- Sensazioni di vertigine, di instabilità, di ” testa leggera” o di svenimento.
- Brividi o vampate di calore.
- Parestesie (sensazioni di torpore o formicolio).
- Derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da se stessi).
- Paura di perdere il controllo o di “impazzire”.
- Paura di morire.
Perché si tratti di un attacco di panico, non è necessario che tutti questi sintomi si manifestino insieme. Vi sono molti attacchi caratterizzati solo da alcuni di questi sintomi, oppure ne prevale uno solo.
La frequenza e la gravità dei sintomi degli attacchi di panico è soggettiva e varia ampiamente nel corso del tempo e delle circostanze. Generalmente, l’attacco di panico ha un inizio improvviso, raggiunge rapidamente l’apice in circa 10 minuti e dura approssimativamente 20 minuti (è una situazione molto soggettiva).
Di solito gli attacchi di panico sono più frequenti in periodi stressanti: matrimonio, convivenza, separazione, perdita o malattia di una persona cara, essere vittima di qualche forma di violenza, problemi economici e lavorativi.
Le persone che sperimentano per la prima volta un attacco di panico lo descrivono come “un’esperienza terribile” e raccontano che questo succede in modo del tutto inaspettato, creando molta preoccupazione al soggetto che spesso si reca al pronto soccorso per cercare di capire cosa gli stia succedendo. Durante un attacco di panico la persona viene improvvisamente travolta da uno “stato di terrore”.
Molte volte succede che l’attacco di panico venga scambiato addirittura per un attacco di cuore o una crisi respiratoria.
Dopo aver provato una volta la spiacevole esperienza di un attacco di panico, la persona colpita teme ovviamente che possa accadere di nuovo. Si innesca, dunque, un circolo vizioso che può trasformare il singolo attacco di panico in un vero e proprio disturbo di panico. La persona apprende così ad avere “paura della paura”. Il paziente, infatti, mostra un coinvolgimento attivo e determinante nell’insorgenza e nella persistenza dell’attacco.
Disturbo di panico
Quando gli attacchi di panico sono ricorrenti, si parla di “Disturbo di panico”.
In questo caso gli attacchi di panico ripetuti influenzano l’intera esistenza del paziente, che manifesta una preoccupazione persistente non solo di avere un’altra crisi di panico, ma anche delle possibili implicazioni o conseguenze degli attacchi sulla sua vita e sul suo funzionamento. Questa preoccupazione deve avere durata superiore a un mese.
Più la persona si limita in azioni apparentemente banali e quotidiane, e più il terrore prende il sopravvento diventato ingestibile e fuori dal controllo della persona, aumentando tra l’altro la probabilità di intensificare i sintomi fisici dell’attacco di panico sia i pensieri negativi che l’accompagnano.
La persona spesso si porta dietro la cosiddetta “agorafobia”, ovvero l’ansia relativa all’essere in luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile o imbarazzante allontanarsi o nei quali potrebbe non essere disponibile un aiuto nel caso di un attacco di panico inaspettato. Uscire di casa da soli, viaggiare in treno, autobus o guidare l’auto, stare in mezzo alla folla o in fila, diventa impossibile.
La paura di dover fronteggiare da solo un nuovo attacco di panico porta l’individuo a ricercare la vicinanza e la presenza di parenti e/o amici che lo aiutino a sentirsi più al sicuro. La persona vive in funzione dell’attacco di panico, mettendo in atto strategie per difendersi, aspettando con paura ed ansia l’attacco di panico successivo.
Il disagio generato dagli attacchi di panico è spesso accompagnato da vergogna e timore che il malessere sia percepito dalle altre persone favorendo una immagine di sé “debole” e “vulnerabile”.
La qualità di vita della persona tende così a diminuire e questo potrebbe comportare la drastica riduzione dei livelli di autonomia della persona che può avere conseguenze al livello di funzionamento sociale e lavorativo in particolare.
Nel corso della vita occasionalmente può capitare a tutti di vivere uno o più attacchi di panico, specie in momenti particolarmente stressanti o di intensa attivazione emotiva.
Il primo passo per affrontare i disturbi d’ansia è decidere di interrompere questo circolo vizioso e volersi liberare dalla paura e riprendere in mano la propria vita affidandosi a professionista psicologo o psicoterapeuta.
“L’isteria è impossibile senza un pubblico. Farsi prendere dal panico da soli è come ridere da soli in una stanza vuota. Uno si sente veramente stupido”.
(Chuck Palahniuk)
Fonte:
- American Psychiatric Association (2014). Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali – Quinta Edizione. Edizione italiana a cura di Biondi M. Raffaello Cortina Editore, Milano.
- https://www.psychiatry.org/psychiatrists/practice/dsm